lunedì 12 aprile 2010

Sentire le voci


La professione del doppiatore mi intriga tantissimo, magari per manifesta invidia data dalla consapevolezza che un tono del tutto normale e un accento difficilmente eliminabile me la precluderebbero a priori.
Per curiosità innata e per quel minimo di imprinting familiare, spesso mi sono trovato affascinato da quel mondo. La traduzione deve sottostare a certi vincoli dati dal tempo scenico, dall'incastro col movimento dei labiali. Ma non è il tecnicismo ad interessarmi più di tanto, quanto la bravura dei doppiatori, artisti spesso misconosciuti se non brillanti per luce propria in altri settori.

Il panorama è interessantissimo e oltre ai casi arcinoti ci si imbatte in incastri curiosi quando non comici. Molto spesso alcuni personaggi sono appunto identificati dalla loro voce, tipicamente Oliver Hardy si mappa su Alberto Sordi. E Stan Laurel, per restare in tema? Nello stesso periodo era doppiato da un professore di fisica, Mauro Zambuto. Pensare a un laureato in fisica (figura non di secondo piano, peraltro) che indossa le cuffie a fianco di Alberto Sordi per regalare al pubblico italiano i dialoghi surreali di Stanlio e Ollio fa quasi tenerezza.

Altri casi simpatici da notare... Massimo Giuliani, caratterista di medio livello (mea culpa, non ricordo troppo al di fuori della macchietta di Francesco Totti), è stato la voce di John Belushi nei Blues Brothers. Bravo, punto e basta!
E tornando indietro nel tempo si scoprono cose non da poco... Don Camillo e Jerry Lewis avevano tutti e due la voce di Carlo Romano. Sergio Fiorentini, bravissimo attore teatrale e semper fidelis brigadiere Cacciapuoti nella serie tv del Maresciallo Rocca è la voce di una moltitudine di attori, tra cui il grande Gene Hackman. Pino Locchi sta a Sean Connery come Alberto Sordi a Oliver Hardy. L'Eddie Murphy originale non ha la risata contagiosa della sua voce italiana, Tonino Accolla.

E vogliamo parlare del Re? Ferruccio Amendola secondo me è stato il migliore di questa generazione, senza pensarci. "Tu non hai il contabile, non hai niente, sei solo chiacchiere e distintivo, solo chiacchiere e distintivo!" E' sufficiente. E' la garanzia che il film doppiato non perde una briciola rispetto all'originale. De Niro, Stallone, Dustin Hoffman, Al Pacino, fino al casareccio Tomas Milian. Inconfondibile, in ogni caso.

Capitolo a parte per i cartoni animati. Anche qui si fa spesso ricorso alla voce di prestigio: Gigi Proietti è il mago della Lampada in Aladdin, Luca Zingaretti è Marlin in Nemo. Tutto bene, finchè l'impero della mediocrità non deborda anche qui. Un bel film come Robots letteralmente rovinato perchè il protagonista deve essere doppiato dal vincitore del reality di turno. Nella stessa pagina in cui compaiono Sordi, Amendola, Fiorentini e Locchi non scrivo neppure il nome, sarebbe mischiare l'immiscibile.

Per chi volesse sbizzarrirsi in rete, il sito di Antonio Genna è una sorta di Google del settore. Kudos.

2 commenti:

  1. Condivido pienamente l'apprezzamento (con un pizzico di invidia) per la professione del doppiatore. E mi permetto una citazione per Francesco Pannofino: valido attore teatrale, noto ai più per la voce in segreteria telefonica Wind. Doppiatore di George Clooney, Tom Hanks, Antonio Banderas, Denzel Washington tra gli altri. Cambiando argomento: si può "richiedere" un post all'autore? Dopo l'amarcord sul modellismo (statico, sempre a scanso di equivoci) si può spendere un pensiero sul mitico Subbuteo?!?

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  2. Paolino, per il Subbuteo ci sto pensando. Prima devo rimettere le mani sul mitico quaderno dei tornei

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