giovedì 29 aprile 2010

Meditando

A volte alcuni spunti di semplice quotidianità mi danno più fastidio del necessario, mi sembrano quasi campanelli d'allarme che da semplice individuo magari spostano poco, ma come ripple effect indurrebbero qualche riflessione più profonda su quello che abbiamo intorno.
Cerco di pormi in punti di vista diversi dalla mia specificità. Non ho motivi per lamentarmi. Come molti, potrebbe andare meglio ma anche no. Ma i segnali che vedo adesso rispetto alle premesse che avevo in mente una decina di anni fa hanno un che di fastidioso. Un pungolo, un richiamo a dare attenzione a cose che non ho fatto nulla per rendere nè peggiori nè migliori, ma che non mi piacciono. E per un puro caso, o magari per una questione di tempo, non mi coinvolgono in prima persona.
La crisi è un concetto talmente vasto che esula anche da dati numerici, sebbene crudi ed espressivi. La parola greca significa cambiamento, senza connotazioni di altro tipo. Portare qualcosa da uno stato ad un altro. Che sia una dinamica sociale non conta, il concetto è generale.
Mi dà fastidio vedere il predominio sistematico della prevaricazione sulla ragionevolezza, ho sinceramente in odio gli stereotipi che ormai cercano di codificare anche la mia vita secondo un modello che non mi appartiene nè culturalmente nè moralmente.
Consumismo urlato, ottimismo ostentato oltre la soglia della stupidità, approccio superficiale su problemi che ti faranno pagare quell'approccio per il resto della tua vita. Tutto di una complessità talmente ampia che rende impossibile ogni ragionamento sistematico.
Non riesco ad avere un quadro organizzato, qualcosa che mi permetta di mettere in fila i concetti, di dare e pormi delle priorità e degli obiettivi. Non accetto di vivere in un sistema che sia gestito perennemente secondo una logica emergenziale, ne ho un fastidio profondo. Ma per quanto impegno uno possa profondere, vince la statistica e le cose vanno così. E chissà per quanto, ancora.
E chissà per quanto, maledizione, vedrò la persona perfettamente normale come aspetto, vestiario e lessico, chiedere alla cassiera del supermercato se può fare un parziale del conto, e lasciare in cassa quelle due confezioni di surgelati, quelle tre mele. Ogni volta provando lo stesso fastidio.

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