mercoledì 12 maggio 2010

Chi maltratta i bambini

Il post di oggi è semplicemente un passo di Dostoevskij.
E' tratto da I fratelli Karamazov, è un dialogo fra Ivan Fedorovic e Aleksej, parte Seconda, libro Quinto, "Il pro e il contro".
Durissimo nella sua attualità.
"Una bimbetta di cinque anni era stata presa in odio dal padre e dalla madre, persone stimatissime del ceto burocratico, istruite e ben educate. Vedi, io affermo ancora una volta recisamente che esiste in molti uomini un'inclinazione speciale, e cioè la passione di torturare i bambini, ma soltanto i bambini. Con tutti gli altri componenti del genere umano questi stessi aguzzini sono anzi cordiali e gentili, da veri europei civili e ben educati, ma hanno la passione di tormentare i bambini, e in questo senso hanno anche la passione dei bambini. E' appunto l'aria indifesa di queste creature che eccita gli aguzzini, l'angelica fiducia del bambino, che non sa dove e da chi rifugiarsi; è proprio questo che accende il sangue schifoso del carnefice! Certo, in ogni uomo si nasconde una belva; la belva dell'ira, la belva della lussuria eccitata dagli urli della vittima, la belva delle passioni scatenate, la belva delle malattie contratte negli stravizi (podagra, mal di fegato, eccetera eccetera). Questi genitori bene educati sottoponevano la povera piccina a tutte le torture possibili e immaginabili. La picchiavano, la frustavano, la prendevano a calci, senza sapere neanche loro il perchè, e le riducevano il corpicino tutto un livido. Alla fine raggiunsero l'estrema raffinatezza: col freddo, col gelo la rinchiudevano tutta la notte nel cesso, e siccome non chiamava mai in tempo (come se un bambino di cinque anni, che dorme il suo sonno profondo di angelo, potesse imparare a chiamare in tempo!) per punirla le imbrattavano tutto il viso coi suoi escrementi e la obbligavano a mangiarli. Ed era la madre, proprio la madre che la costringeva a farlo! e questa madre riusciva a dormire, mentre si sentivano nel buio i gemiti della povera creaturina rinchiusa in quel lurido posto! Te l'immagini, un piccolo essere che ancora non può nemmeno capire cosa gli fanno, rinchiuso nel cesso, al buio e al freddo, che si batte il petto straziato col minuscolo pugno e piange lacrime di sangue, lacrime buone, senza rancore, chiamando 'il buon Dio' perchè lo aiuti! Riesci a capire questo assurdo, mio dolce novizio del Signore? Tu che mi sei amico e fratello, riesci a capire perchè questo assurdo sia stato creato e sia necessario? Dicono che l'uomo non potrebbe esistere se non ci fosse tale assurdo, perchè non conoscerebbe il bene e il male. Ma a che scopo conoscere questo maledetto 'bene e male' , se ci deve costare tanta pena? Tutto il sapere del mondo non vale le lacrime di quella povera piccina che prega 'il buon Dio'. Io non parlo delle sofferenze dei grandi, quelli hanno mangiato il frutto proibito, e vadano pure al diavolo tutti quanti! Ma i bambini, i bambini.... Io ti faccio soffrire, Alesa, mi sembra che tu stia male. Se vuoi, smetto"

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