martedì 30 agosto 2011

Inimitabile

Una copia del 16 settembre 1978...modernariato!
Una delle poche istituzioni ormai degne di nota in questo scalcinato paese è la benemerita rivistina a fianco.

Cercando qua e là nelle ore troppo calde delle giornate estive, sono riuscito a mettere insieme tre numeri. 1978, 1993, 2009. Quasi equidistanti a botte di quindici anni l'uno.

La Settimana Enigmistica credo sia un concetto che ognuno di noi associa volentieri ad un po' di relax. Appunto, lo scenario ideale è il tipico momento troppo caldo di una giornata estiva, quello che a Napoli si indica in suprema sintesi come controra

E' carina, riconoscibile nel tempo, non ha mai cambiato il formato, dà quella bella idea di continuità di una cosa fatta bene. Barzellettine innocue (il tenero Giacomo...), mai una caduta di gusto, copre dalle curiosità spicciole all'erudizione di un certo livello, puoi cominciare da bambino appena scolarizzato e non mollarla più. Appunto, più una istituzione che un giornale.

I giochi di enigmistica tutto sommato non mi dispiacciono. Risolvere piccoli cifrari, crittografie, le parole crociate senza schema (toste) e quelle più semplici. Il corvo parlante, il quesito della Susi, tutte cose che stanno lì con una consuetudine che alla fine non può non essere quasi familiare.

Il modo di porre le cose poi è sempre caratteristico. Gli schemi destinati ai solutori più che abili, i giochi per i più piccoli, ogni cosa viene presentata all'insegna di educazione e buon gusto. Le definizioni..."Un celebre Mike del piccolo schermo". I venti piccoli particolari di "Aguzzate la vista", maledetti! Tutto un po' demodè, a volte, un po' passatista. Ma quasi confortevole, non mi viene altro.

E il contributo della famiglia Bartezzaghi, enigmisti di stirpe. Definizioni che a volte sono quasi delle mini-freddure, che richiedono anche di farsi una pensata in più. Ad onor del vero, gli schemi del padre, il sommo Piero sono molto più difficili di quelli del figlio Alessandro. Nel senso... senza Google c'è la concreta possibilità che sul vecchio Barte qualche casella bianca rimanga lì, beffarda e inamovibile. Col figlio per ora non mi è mai capitato.

E davvero, per tutti i gusti e per tutte le tasche, mi verrebbe da dire. Poco inclini a variazioni sul loro patrimonio ludico. Ultima concessione alle mode è stato il sudoku, inevitabile. Ma per anni (facendo il confronto fra vecchi numeri) il set di giochi proposti era quello, granitico e immutabile. E imbattibile, visto il numero di tentativi di imitazione  segnalato in copertina, unica concessione all'autocelebrazione.

In qualche momento di particolare tenacia mi sono anche buttato nei loro concorsi a premi.  Scrivere la soluzione su una cartolina postale bianca, quasi introvabile. Sperare nell'estrazione fortunata, anche solo della valigetta 24 ore, o di uno fra i 50 interessantissimi libri. Niente. Peccato.

Unica consolazione resta la soluzione a pagina 46 :)

venerdì 26 agosto 2011

Living in Rome...

Sto telefonino fa delle foto penose!
Per strano che possa sembrare, ogni tanto un semplice dato di fatto della propria quotidianità diventa un privilegio per pochi. Basta guardare un documento. Nato a. Residente in. 

E allora in una serata ci sta che decidi una uscita con uno dei tuoi migliori amici, magari approfittando del fatto che la città non è ancora piena, e ti butti in centro. E ti rimetti in pace col mondo per un po'.

Un condensato, senza nemmeno strafare (ok, s'è camminato). Parcheggiare verso piazza Fiume, approfittando del deserto agostano. Cena in una collaudatissima pizzeria a metà fra il mio liceo e via Veneto. Bella chiacchierata, conto, passeggiatona.

Via Veneto, appunto. "Namo a comprà le scarpe", avrebbe chiosato Mario Brega... ma poi pezzi di storia della dolce vita, l'edicola di Alberto Sordi ne Il conte Max, una bella libreria aperta alle dieci e passa di sera, persone sedute ai tavolini col sussiego imposto dalla location, in qualche caso anche graziosamente ridicole. E un Hard Rock Cafè. Una forzatura. Lì c'è anche la cripta dei Cappuccini, un po' inquietante. Da piazza Barberini ci buttiamo su via Sistina, più raccolta, più stretta. In chiusura di teatro, e non volendo fare caso ai due hotel celebri in tutto il mondo che sono lì, alla fine è un semplice passante verso uno dei punti di Roma più famosi nel mondo. La scalinata di Trinità dei Monti e Piazza di Spagna. Sospirone.

Luci, turistame, grumi di movida che non sfida il caldo più del necessario. Più che la scalinata il punto più ambito è qualsiasi posto a contatto con la Barcaccia, la fontana. 
Si rifletteva camminando con P sul fatto che un paese che potrebbe permettersi quel tipo di qualità di vita sia abbrutito, rinchiuso, incattivito, litigioso su ogni briciola. E che appunto questa città non è solo caos e code nel traffico, ma continua ad essere qualcosa di unico al mondo. Il tutto semplicemente constatando quello che avevamo a portata di vista. So easy.

E poi via Condotti, via del Corso, un taglio su via Vittoria, passando davanti a Santa Cecilia. E la scalinata di Trinità dei Monti stavolta a salire, con un po' di prosopopea in meno rispetto all'andata...

Il ritorno a specchio, ma contenti davvero della passeggiata in centro e dello spettacolo della nostra città. Era da tempo.
Magari dovrei guardare più spesso cosa c'è scritto sulla carta di identità, chissà! 
Love my hometown!

martedì 23 agosto 2011

"Classe" politica

Desideri reconditi...
In linea teorica non ho nulla contro la Lega.
Ognuno sta con le proprie idee, ognuno attribuisce priorità come ritiene più opportuno. Se non si trovano punti di incontro si resta con le proprie opinioni, altrimenti si può anche (tentare di) discutere.
Anche loro hanno dato e danno al paese uomini politici che fanno il loro. Pausa di riflessione. Sì, uno. Maroni.
Portano comunque spunti di discussione meritevoli di approfondimento e tutto sommato non nego loro un minimo di coerenza di fondo (eccezion fatta per l'associazione di idee "Trota-meritocrazia").

Cominciamo a mettere allora qualche paletto. 
Faccio un po' di fatica ad accettare la moda dell'insulto generalizzato, mi pare più sensato indicare la luna con l'indice piuttosto che con il medio, reputo bassamente offensivo definire carta igienica la bandiera di una nazione (per quanto controversa ed eterogenea possa essere) soprattutto quando in nome e per conto di tale bandiera ci si ingrassa anche in barba ai propri ideali. Certo, l'aver sdoganato l'insulto a tutto e tutti può ritorcersi, a volte. Lo statista in canottiera pare non aver ancora capito che il gergo da osteria usato a microfoni accesi nei riguardi del Santo Padre qualche effetto collaterale l'ha avuto, in verità. Con indiscusso beneficio della pavimentazione di casa sua, costantemente tirata a lucido. E ultimamente le parti più interessanti delle sue dichiarazioni sono le pernacchie. Non guardo troppo al politically correct se devo accettare le loro modalità di confronto, lo dico tranquillamente...

Ma il vero caso umano è il caratteristico individuo ritratto in figura. Farsi sospendere dalla Lega è un traguardo ambizioso. Ma non impossibile, a quanto pare. Va detto che lui si è impegnato con costanza e nel tempo è riuscito a dare il suo contributo ad una società multietnica e multiculturale, si è speso a difesa di chi fa fatica ad integrarsi.
Ultimamente poi si è guadagnato l'unanime nomina a massimo esponente del pensiero sfinterico. Infilare in due mesi l'elogio di Mladic e del pazzoide norvegese che ha fatto una carneficina non è da tutti, gliene va dato atto. Il tutto facendo anche la fatica di stare sulla stretta attualità, quando la notizia è ancora calda.
Questo signore, non reputo inutile sottolinearlo, percepisce uno stipendio da europarlamentare.
Certo, non appena hanno avuto la prova provata che tali esternazioni, oltre al normale impatto mediatico, provocavano anche robuste emorragie di consenso, i sei neuroni rintracciati nel partito dopo una colletta hanno ritenuto opportuno mettere temporaneamente in fermo l'eroe di cui in figura, che per un po' di tempo potrà continuare ad istoriare WC col semplice uso della parola solo in privato.
E mi sento di dire che sopporterò stoicamente questa impasse comunicativa.

Con un pensiero alle gloriose grisaglie democristiane della prima repubblica, che almeno non si prendevano a badilate di letame davanti a tutti, ma per il simpatico soggetto da osteria di cui sopra non posso, una volta di più, non aderire alla linea di pensiero dell'unico moderato rimasto in Italia, Cetto La Qualunque, il nostro solo faro.

Un garbato ntu culu non si nega a nessuno e aiuta a crescere.