Nostalgia chinaglia! |
La mia primissima scatola mobile l'ho avuta nel 1988, qualche mesetto prima della maturità. Una Dyane 6 cavalli, modello del 1978 che rimpiazzò la ancora più celebre modello "2 CV". Come quella in foto, anche la mia era di un bel verde cassonetto chiaro. Un sacco di persone che conosco hanno affibbiato alla loro auto soprannomi, vezzeggiativi, melensaggini di vario tipo. Per il colore e le caratteristiche, colsi al volo l'ispirazione da un personaggio televisivo dell'epoca e ribattezzai la macchinina con l'inequivoco nome di Scrondo
Lo Scrondo ovviamente era una utilitaria senza pretese, ma a suo modo era spaziosa e poi era divertentissima da guidare, una vera e propria palestra. Intanto anche la fila di sedili anteriori era a divanetto, non c'era lo spazio nel mezzo. Questo per due eccellenti accorgimenti tecnici: il pomello del cambio non usciva dal tunnel della trasmissione ma direttamente dal cruscotto, e il freno a mano era una specie di maleppeggio tronco ad una delle sue estremità che era a fianco al volante. E ogni volta che mettevi la freccia dovevi riaccompagnarla tu, perchè nemmeno sul modello lusso era presente la molla di ritorno!
La guida... da esperienze paranormali. Il cambio aveva la prima in basso. Cioè... Non in basso, dovevo tirare verso di me. Quindi marce dispari in basso e marce pari in alto. Impostazione tipicamente corsaiola, come avevano le Porsche e le vecchie Alfa. Il che, su una macchina che superava i cento solo in condizione di caduta libera nel vuoto, fa riflettere. Per essere stabile era stabile. Aveva una andatura un po' dinoccolata e un molleggio irreale e dava l'aria di cappottarsi anche in parcheggio ogni volta. Però bastava controbilanciare la curva e non la scollavi. In sostanza, ogni volta che sterzavi era proprio come fare una curva a spazzaneve sugli sci... Sterzi a destra, peso a sinistra e viceversa.
E che spettacolo la cappottina in tela che si poteva aprire per avere la sensazione di aria nei capelli (che all'epoca c'erano, peraltro). Utilissimo anche per ottimizzare i tempi in caso di emergenza. Una volta restammo imbottigliati nel traffico mentre andavamo agli allenamenti e L in pieno Muro Torto aprì il tettuccio e infilò in piedi paracostole e spalliere. Quando qualche gentiluomo mi usò la cortesia di tagliarlo per tentare di rubare l'auto, lo riparai con un bella toppa di stoffa di ombrello con una leccata di silicone (che per un po' tenne pure!).
Il momento di gloria, però, venne in un bel pomeriggio d'estate, dalle parti di casa mia. Lungo vialone deserto, mi accodo pudicamente ad una Ferrari Testarossa che procedeva ad una irritante andatura di crociera di circa 30 orari. Se cerchi parcheggio, usa l'apposito segnalatore, o fortunato possessore di un deretano seduto su quel mostro... Gnente, questo continuava e io ero solo un diciannovenne perplesso dai casi della vita. A fianco a me A mi guarda fisso e mi dice "Se sei un uomo lo fai!". Dato che non resisto a nessuna provocazione, metto disciplinatamente la freccia a sinistra come ogni neopatentato scrupoloso dovrebbe fare, e addirittura in terza supero quella specie di astronave. A mi fa accostare, scende e comanda un applauso al gruppetto di macchine che si erano accodate! Bastasu e Cainu!
E la cosa bella erano le spese di manutenzione. Una volta guidai per una decina di chilometri in città completamente senza freni (che erano a tamburo, dico solo questo). Frenando di cambio e un paio di volte anche col maleppeggio, riuscii a ritornare a casa senza problemi. Il giorno dopo vado dal meccanico, che mi dice di passare nel pomeriggio.
"Di che si trattava?"
"Era un pistoncino interno che s'era rotto e il pedale andava a vuoto"
"Quanto devo?"
"Ma te posso chiede quindicimila lire?"
Cavolo, macchine così non le fanno più!!!
la mia prima scatola mobile è stata una LADA NIVA... che probabilmente ha più anni del tuo scrondo, solo che io l'ho avuta tra le mani per la prima volta nel '98...
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