martedì 22 giugno 2010

Oil spills


Da circa due mesi un pozzo scavato nel golfo del Messico per i profitti di pochi sta devastando l'ambiente e la vita animale in modo drastico, pressochè irreversibile. Le prospettive sono terrificanti. In questo momento una quantità anche calcolabile di petrolio continua a zampillare inesorabile da una trivellazione fatta economizzando sui dispositivi di sicurezza e sui relativi controlli. Il gas naturale che fa da propellente a questa spaventosa bomboletta spray può durare tranquillamente fino a tutto il mese di agosto, e solo dopo alcune trivellazioni parallele potranno mitigarne la spinta, si dice. La capienza del serbatoio è tale che le fuoriuscite possono andare ancora avanti per un paio di anni. Questi i dati tangibili del problema e non sentiamoci troppo fuori perchè le correnti faranno i loro giri e c'è il rischio che tra qualche mese Portogallo e Inghilterra sperimentino la corrente del golfo nella nuova versione. E poi?

Penso agli esseri umani, prima di tutto.
A chi con quell'ambiente convive da generazioni, alla pesca, ai gamberi di fiume del Bubba di Forrest Gump, a chi ci fa le vacanze perchè per essere vicino casa is not that bad e perchè magari non può permettersi altro. Alle storie d'amore nate su una spiaggia che non vedrà nascerne altre per un bel po', perchè non si può fare una passeggiata con i piedi sul bagnasciuga, e anche accontentandosi della sabbia si cammina su una poltiglia bituminosa e puzzolente, con qualche cadavere di animale spiaggiato qua e là. A chi ha rivisto la luce a fatica dopo Katrina, per poi capire che quella luce era solo il prossimo treno che si avvicinava minaccioso.

Penso agli animali, alla vita della natura in quei posti. Catene alimentari stuprate per sempre per mancanza di prede e di predatori, piante che non possono più nutrirsi nello stesso modo. Intere razze ittiche a rischio di estinzione oggi per domani. Biodiversità cancellate d'imperio per avidità e sciatteria. E le immagini dei pesci morti, pennuti intrisi di petrolio, che li avvelena lentamente e irreversibilmente perchè non tutti hanno la forza di arrivare in un posto in cui qualcuno possa accudirli, lavare l'olio dalle piume, disinfettarli, nutrirli, riabituarli alla vita e liberarli di nuovo.

Penso all'impegno che sta profondendo Barack Obama, persona che stimo. Ci sta provando, ma temo che abbia impiegato più tempo del necessario a capire quale fosse la vera portata del disastro e a trasmetterla a chi ha intorno. E forse ha usato male il suo tempo nella fase in cui ogni ora era preziosa. Ci ha messo un po' troppo a scomodare il totem dell'Undici Settembre per far capire cosa stia succedendo.

Penso poi alla BP. Un senatore repubblicano ha avuto il suo quarto d'ora di celebrità esprimendo solidarietà poichè la compagnia è stata obbligata a stanziare fondi per risarcire le varie fattispecie di danno. Bene. Vogliamo parlare del danno non quantificabile causato dal pressappochismo e dalla manifesta incapacità di questi signori? Esiste un rimborso che soddisfi la fine della mia dignità di pescatore, la morte dei miei paesaggi, le malattie su grandi e bambini che verranno provocate dalle condizioni ambientali deteriorate? Per il volume di affari di una azienda come questa, quello stanziamento non è altro che un fastidioso incidente di percorso per il titolo in borsa, è l'iscrizione di una voce a bilancio, è un danno di immagine collaterale. Male che vada una lunga serie di transazioni giudiziarie tirando al ribasso, un ridimensionamento dell'organico al fine di avere una compagnia dimagrita di molti rami non profittevoli, una compagnia still competitive albeit smaller, come si usa dire. Nel medio termine c'è il rischio che ne guadagnino pure, non mi sentirei di escluderlo. Ma penso anche all'ottusità omicida che hanno dimostrato, al "risolviamo tutto e subito e senza ombra di dubbio", alle aggettivazioni inutilmente roboanti, al "top killer" che avrebbe dovuto limitare il problema ad un divieto di balneazione di pochi mesi, al rifiuto quasi seccato di chi, come Cameron e Kevin Costner, proponeva semplicemente di condividere una esperienza maturata in settori diversi in un momento in cui il tempo è critico perchè le cose sono messe veramente male.

E il loro ineffabile CEO dallo stipendio di giada, che sabato scorso era a regatare in qualche posto alla moda, e fra qualche anno sarà a riposo in qualche isoletta inaccessibile, magari mangiando gamberoni con Warren Anderson, il killer di Bhopal.

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