mercoledì 17 novembre 2010

Riciklazja

Come noto e arcinoto, il ciclo dei rifiuti ha ripercussioni notevoli sia dal punto di vista economico che da quello della salute e della qualità della vita .

Nel tempo due spinte convergenti hanno portato questo fenomeno al raggiungimento di una massa critica da gestirsi con attenzione, proprio perchè oltre ad una ingente movimentazione di capitali e interessi, una dinamica non controllata in modo serio e rigoroso ha impatti atroci su ambiente e salute.

Da un lato le dinamiche demografiche, che hanno popolato alcune aree in maniera sproporzionata rispetto ad altre, fino ad avere zone con densità abitative sbilanciatissime, con quanto ne consegue anche a livello infrastrutturale (fognature, strade, rifiuti, aree verdi).
In secondo luogo tutto quello che utilizziamo nel quotidiano non è eterno e viene acquistato impacchettato, per ovvi motivi di igiene e integrità, ma il packaging è spesso sovrabbondante.

Per gestire in modo sostenibile e profittevole il ciclo dei rifiuti, le pubbliche amministrazioni hanno fatto una lunga serie di tentativi nel tempo. Il risultato finale è sempre e totalmente italiano, ovverosia quando prevale una soluzione che a senso comune è del tutto lontana dall'optimum e palesemente priva di motivi, un motivo c'è.

Escludiamo volutamente la tragica situazione di Napoli e della sua provincia, che non può essere sanata a forza di proclami. Parliamo di Roma, bacino comunque sovraffollato, con robusta densità abitativa e problemi  rispettabilissimi.

Può essere utile fare una distinzione sulla base di
  • quello che percepiamo
  • quello che succede in realtà
Vedendo la situazione per così dire ai morsetti, si può dire che il decoro urbano e l'igiene nella città di Roma siano accettabili. Quello che emerge è spesso imputabile all'inciviltà del singolo (esempio chiaro: gli escrementi dei cani), ma la situazione nel suo complesso può ritenersi sufficiente. Può succedere che i cassonetti siano un po' carichi, ma mai debordanti. Atti teppistici occasionali, qualche struttura incendiata, ma può starci come rilievo statistico, non pare un dato allarmante. E non è facile gestire una città così grande. Ultimamente alcuni quartieri sono stati presi per un progetto guida per la raccolta differenziata dei rifiuti alimentari. Scarti di verdure, gusci d'uova, benedetti fondi di caffè che tamponano gli altri odori. Il tutto in una biopattumiera con fori antifermentazione e in sacchetti di plastica vegetale biodegradabile, che verranno usati per un processo di compostaggio finalizzato a creare concime per colture biologiche. Ok, andiamoci cauti. Ma il fatto che i sacchettini vadano consegnati quotidianamente (meglio) all'addetto sotto casa aggiunge anche un tocco di relationship fra client e server che non guasta. Si dà il proprio graveolente sacchettino e se ne riceve uno nuovo immacolato in cambio. Ottima idea, speriamo che proseguano e che abbiano la buona creanza di documentare i risultati ottenuti.

Ma se ci si va a documentare (dolorosissimo esempio, la puntata di Report sotto inclusa), emergono alcuni dati incoerenti. I maledetti cassonetti multifunzione. Plastica e vetro insieme, quando i cassonetti vengono movimentati (e quando poi vengono svuotati i camion), si mischiano in modo perverso. Il vetro si rompe, perchè col suo peso specifico cade. Si mischia con la plastica. Diventa problematico riciclare entrambi. Bel capolavoro. Il top è dato comunque dalla totale assenza di controlli sui parametri di aria e acqua nei dintorni della discarica di Malagrotta, che è praticamente l'unica. Polveri, percolati, acque infestate. Il tutto in una zona che sta per essere ovviamente edificata a peso d'oro e popolata. Piani regolatori di pura macelleria, a prescindere dalle giunte. L'inchiostro usato dai vincenti che scrivono la storia di oggi è il cemento, ovvio. E nel video sotto riportato viene presentata anche la modalità di raccolta utilizzata a Berlino (popolazione ed estensione territoriale pari a circa 2,5 volte quelle di Roma).




Si sta facendo qualcosa, ma abbiamo un ritardo veramente imbarazzante verso i sistemi a cui ci fa piacere essere accomunati.

Citiamo il grande Cetto La Qualunque, unico vero moderato rimasto:
"I rifiuti? Fate come faccio io. Evitateli!"

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