mercoledì 16 febbraio 2011

Mercato turco danese

Photo courtesy of Anna: www.galapril.com: Thank you!
No, nessun impeto futurista, quello era pallone turco frenato, amenità avanguardista forse marinettiana rappresentata da parole disposte circolarmente. 

E' uno dei posti che nel passaggino invernale danese mi ha colpito di più. Dava l'idea di essere espiantato da un panorama caldo e messo lì, al chiuso, microcosmo artificiale di un mondo che fuori continuava ad esser freddo e ammantato di neve. E' un comprensorio nemmeno grandissimo intorno alla periferia di Arhus. Me lo ricordo composto da un paio di complessi. Uno più stretto con negozi di abbigliamento tipicamente turco, almeno pensando per stereotipi, anche robusti. Vestiti da uomo color turchese laminato, abiti da donna color fucsia, con tanto di boa di struzzo in tinta, smoking per bambini. Scarpe di ogni foggia, tutto di un kitsch talmente irritante da sconfiggerti con l'eccesso e risultare anche gradevole. E poi cerchioni cromati per auto, coprisedili leopardati. Avessi trovato un pomello del cambio a forma di teschio entravo e compravo, giuro. 

Ma quello che mi ha fatto sorridere era il mercato alimentare. Tutto così mediterraneo. Montagne di frutti coloratissimi in bell'ordine, macellerie, bar, ristorantini Kebab (anche buoni). Phone center a pioggia, un paio di fumerie, odori di ogni nuance la cui somma non era nemmeno sgradevole, negozietti di chincaglierie rumorose e colorate. E una discontinuità clamorosa con l'esterno, quando metti il piede fuori dalla hall e calpesti quel po' di neve che continua a scrocchiare sotto il tuo peso.

E ci si spende bene. Mi dice L che il rapporto qualità prezzo è molto competitivo, tanto che per frutta, pesce e tanti altri generi alimentari sono decisamente concorrenziali. E professionali. Ma per una volta non mi calo troppo nelle analisi di business. Mi perdo in quel mix poco probabile, in spazi che non sono angusti ma che sono comunque sovraccarichi di tutto. Di oggetti, di colori, di suoni, di profumi.

E il furgoncino del pesce fresco all'uscita, che fa quasi da ponte tra due modi differenti di intendere il commercio. Pesce buonissimo, fresco. Costa tot? Dai, siete simpatici, ve lo lascio a meno!

Non avevo la macchina fotografica con me, e ho trovato una foto molto carina su Galapril, un blog di una ragazza danese che mi ha permesso di utilizzarla :)
Anna, thank you for your colourful pic :)


Nessun commento:

Posta un commento