lunedì 22 novembre 2010

22 novembre 1963

Se per delitto perfetto intendiamo quello in cui non si riuscirà mai ad avere certezza di moventi ed esecutori, oggi ricorre il quarantasettesimo del delitto perfetto più celebre e discusso della storia moderna.

Il 22 novembre 1963 alle 12.30 ora locale John Fitzgerald Kennedy, trentacinquesimo presidente degli Stati Uniti, venne ucciso mentre era in visita a Dallas, città tradizionalmente repubblicana.

L'omicidio Kennedy è uno dei punti che nel tempo scandiscono la storia di un paese e di un popolo relativamente giovani. Non è una storia povera di episodi, ovviamente. Ma non di quella portata. Se dovessi pensare a episodi della storia americana che hanno avuto il medesimo impatto emotivo sugli States e sul resto del mondo mi fermerei a questi tre: Pearl Harbour, JFK e l'Undici Settembre.

Gli ingredienti che a tutt'oggi rendono irrisolto e probabilmente irrisolubile il caso ci sono tutti. Non c'è un movente chiaro, solo una cointeressenza di varie lobby e vari potentati che potevano non gradire quello che stava facendo Kennedy, segnatamente il disimpegno in Vietnam e un inizio di distensione con l'Unione Sovietica che era comunque indifferibile dopo la crisi dei missili cubani.
Ma dire che forze armate e servizi segreti abbiano interesse a partecipare (seppure solo con uomini deviati in posti chiave) all'eliminazione del proprio comandante in capo è una affermazione che se non suffragata da evidenze probatorie e processuali che non sono mai emerse fa sì che l'eventuale tesi retrostante sia facilmente liquidabile come "dietrologica" o peggio "complottarda".

Emerge tuttavia come l'inchiesta ufficiale, affidata al presidente della corte suprema Earl Warren, abbia accuratamente sposato da subito una versione precostituita, per la quale c'era l'ingrediente perfetto: il capro espiatorio .
La figura di Lee Harvey Oswald sembrava cucita meglio di un abito di sartoria per una storia come questa. Oswald si era autoesposto come militante marxista-leninista (un bel cocktail, nell'America degli anni 60...). Era stato in Russia, aveva rinunciato alla cittadinanza americana. Lascia i bossoli vicino alla finestra da cui sono partiti gli spari, il fucile poco distante, si comporta in modo maldestramente ambiguo, forse è responsabile anche dell'omicidio dell'agente JD Tippit. Forse però capì di essere stato scaricato, quando era per lui troppo tardi. Arrestato un paio d'ore dopo al Texas Theatre, esposto nei locali della polizia di Dallas più volte, sembrava recitare un clichet "non ho sparato a nessuno, mi hanno negato assistenza legale". Il 24 novembre stava per essere tradotto in prigione con un blindato quando viene ucciso da Jack Ruby, un pesce piccolo morto in circostanze poco chiare pochi anni dopo. Resta comunque da capire quanta parte della verità sapesse Oswald, quale fu il suo vero ruolo.

La commissione Warren pontificò senza lasciare adito a dubbi per l'unico tiratore che ha sparato tre proiettili. La dinamica secondo la quale tre soli proiettili abbiano colpito in più punti Kennedy e ferito anche il governatore Connelly non viene però ricostruita in maniera convincente. Nonostante fosse stato disponibile da subito, il filmato di Abram Zapruder non venne acquisito, come nemmeno il filmatino dell'altro testimone Nix, che mostrava un altro tiratore, forse associabile a David Ferrie che non poteva certamente passare inosservato per il suo aspetto fisico, appostato in posizione frontale rispetto al corteo.


Il filmato di Zapruder, pur non chiudendo il caso sulla dinamica completa e sugli esecutori, fornisce una robusta tesi contro le conclusioni della commissione Warren. In sostanza dal filmato si mostra come il colpo fatale verso Kennedy fu sparato frontalmente, dal lato destro rispetto alla limousine presidenziale, del tutto inconciliabile con la posizione di Oswald, che era alle spalle del corteo e in posizione molto sopraelevata.

Come non si saprà mai nulla su molti altri quesiti, degli altri comportamenti ingiustificabili seguiti da chi aveva in quei momenti un ruolo ufficiale. Chi ha ordinato l'asportazione del cervello di Kennedy prima dell'autopsia e perchè? Perchè è stata fatta lavare la limousine presidenziale che poteva ancora fornire prove non da poco? Per quale motivo venne fatta scendere dall'Air Force One una bara "ufficiale" vuota mentre il corpo del presidente era in una cassa metallica caricata su una macchina verso l'ospedale di Bethesda?

La documentazione su questo delitto è veramente infinita. Libri, documentari, film. Personalmente cerco di fare una sorta di media ragionata su quanto esposto dalle varie fonti. JFK fu un lavoro onesto, sebbene sposasse un punto di vista forse troppo sensazionalistico e aveva tempi di racconto vincolati alla fruizione cinematografica. Ma non fu il solo Walt Garrison a cercare vie laterali per la soluzione di questo caso. Bravissimi giornalisti, storiografi, ricercatori univeristari, cittadini comuni. Tutti quanti  sembrano convergere verso una non soluzione. Quel delitto venne concepito con la stessa modalità del plotone di esecuzione: un proiettile a caso è a salve, non si può identificare nessun colpevole reale, ogni elemento potenzialmente coinvolto ha il suo robusto potere di smentita.

Il delitto perfetto, appunto. Contro un presidente che stava fornendo, come mai nessuno prima e dopo di lui, la definizione del sogno americano.

Nessun commento:

Posta un commento