
Come noto, le conclusioni della commissione Warren stabilirono che Lee Harvey Oswald sparò dall'ultimo piano della biblioteca pubblica (angolo Elm Street - Dealey Plaza) tre colpi in un massimo di sette secondi, il terzo decisivo, il secondo un po' strano (la teoria della pallottola magica, perorata dall'avvocato Arlen Specter, che ultimamente da senatore s'è occupato dello spygate dei Patriots. Strano che ne siano usciti profumati come rose...). Quello che può essere interessante è una semplice constatazione di un po' di evidenze. Proprio per eliminare equivoci, non intendo discutere delle tesi di complotto di Jim Garrison in JFK, che peraltro non riscuotono consensi unanimi, anzi.
L'unico dato di fatto da cui non recedo è la validità del filmato di Abraham Zapruder.
Il filmato mostra in vari momenti una successione di sei o sette spari, tra cui uno completamente a vuoto, uno che centra il governatore Connally alle spalle (che potrebbe anche essere compatibile con la posizione assegnata a Oswald), uno che fa portare a Kennedy le mani alla gola e quello decisivo, che fa esplodere il volto del presidente dal davanti, spostando la testa all'indietro. Incompatibile con la posizione di Oswald anche alla luce del fatto che costui avrebbe usato un fucile scadente e avrebbe dovuto espellere i bossoli a mano. E quello decisivo sarebbe stato l'ultimo colpo.
La foto sopra è scattata approssimativamente con una angolazione, se non una distanza, simile a quella da cui Zapruder stava girando il suo filmino. Il gruppo di turisti si trova nel punto in cui la limousine presidenziale era al momento dello sparo decisivo (c'è una piccola mattonella illustrativa sul marciapiede). Nella foto sotto viene presentata una posizione pressochè ideale per un tiratore per il colpo frontale, quello mortale. Defilato, dietro una recinzione ove potersi accovacciare, coperto da un po' di vegetazione. Posizione perfetta, possibilità di sparare anche più di un colpo perchè l'auto, procedendo a bassa velocità, non avrebbe di molto variato l'angolazione fra bersaglio e tiratore. Alle spalle di quasi tutti gli spettatori, quindi una via di uscita ragionevolmente defilata e comoda.Quello che ho raccontato qui è nulla più che una opinione personale. Due ore spese in duecento metri di strada, a cercare di farmi un'idea su uno dei fatti più discussi e sviscerati della storia recente. Non mi interessa capire se le conclusioni della commissione Warren intendessero coprire chi e cosa, ma l'idea che uno ricava semplicemente osservando la crime scene stride con la verità ufficiale.
Un piccolo appunto a Oliver Stone... due cospiratori non sono molto credibili... Joe Pesci nel ruolo di David Ferrie se la cava anche bene, ma uno degli anticastristi cubani, francamente poco riconoscibile, è nientemeno che Tomas Milian :-)
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