Con il caso eclatante di Gomorra, abbiamo visto che un libro può diventare volano per cambiare la vita di una persona, oppure, quando va meglio, per aprire gli occhi verso un fenomeno misconosciuto, silenziato per convenienza e interesse stratificati in parti di società che continuiamo, quasi per vezzo linguistico, a definire sempre e comunque civile.
Pariteticamente, se un film fa riprendere una storia in maniera così contundente da riportare a galla una vicenda nota solo a chi segue esplicitamente le dinamiche della lotta contro Cosa Nostra, ci sono dei meriti che vanno riconosciuti, al di là di un lavoro fatto molto bene dal punto di vista cinematografico.
E ovviamente c'è anche materia per riprendere una storia di vissuto, conoscerla e rispettarla.
I cento passi è un bellissimo film di Marco Tullio Giordana che racconta la breve vita di Peppino Impastato, militante di sinistra di Cinisi. Impastato era figlio e nipote di uomini d'onore.
Cinisi in quegli anni era proprietà privata, feudo di Gaetano Badalamenti. Paesino dell'entroterra palermitano, dove venne decisa l'edificazione dell'aeroporto di Punta Raisi. Non credo che originariamente avessero idea di chiamarlo Aeroporto Falcone e Borsellino. La costruzione di un aeroporto in quel posto lì rispondeva a logiche tutt'altro che trasparenti. Chi è atterrato almeno una volta nella vita a Palermo lo capisce subito. La montagna quasi in mezzo alla pista depone a favore del fatto che potevano esserci posti migliori e parallelamente fa riflettere sul motivo reale di certe opere. Apprezzamento dei terreni, speculazione, indotti manovrabili grazie alla creazione di posti di lavoro in aree depresse, consenso, voti, potere.
Cinisi in quegli anni era proprietà privata, feudo di Gaetano Badalamenti. Paesino dell'entroterra palermitano, dove venne decisa l'edificazione dell'aeroporto di Punta Raisi. Non credo che originariamente avessero idea di chiamarlo Aeroporto Falcone e Borsellino. La costruzione di un aeroporto in quel posto lì rispondeva a logiche tutt'altro che trasparenti. Chi è atterrato almeno una volta nella vita a Palermo lo capisce subito. La montagna quasi in mezzo alla pista depone a favore del fatto che potevano esserci posti migliori e parallelamente fa riflettere sul motivo reale di certe opere. Apprezzamento dei terreni, speculazione, indotti manovrabili grazie alla creazione di posti di lavoro in aree depresse, consenso, voti, potere.
Tutti questi razionali confluivano in un unico interesse, quello di Tano Badalamenti, capofamiglia e grande elettore della zona.
Peppino Impastato si collocava a sinistra della sinistra, urlava il suo dissenso dal microfono della leggendaria, scalcinatissima Radio Aut, esperimento artigianale ma adeguatissimo per chi voleva raggiungere nella zona. Non risparmiava critica rumorosa e irrispettosa verso Badalamenti, da lui chiamato Tano Seduto.
Il clichet che Cosa Nostra usa di solito per screditare l'avversario e renderlo spendibile anche qui viene applicato secondo schemi collaudati.
L'agguato a Peppino avviene nelle vicinanze della linea ferroviaria. Lo fanno a pezzi con una carica di esplosivo che danneggia anche il binario, per accreditare la tesi del terrorista sovversivo che muore per imperizia propria durante una azione di sabotaggio ai danni della cosa pubblica. E la data di questa barbara esecuzione viene scelta ad arte, perchè il 9 maggio del 1978 il paese è scosso per il ritrovamento del cadavere di Aldo Moro, ucciso dalle Brigate Rosse dopo 54 giorni di prigionia. La notizia della morte di questo giovane forse non viene data se non in qualche giornale locale, e chissà con quale tono, visto che gli esecutori avevano pianificato con una certa cura la messinscena del terrorista maldestro, nonostante il cumulo di prove seminato con la sciatteria e l'arroganza di chi è comunque sicuro di una impunità quasi dovuta.
Il film è uscito nel 2000. Nel 1997 il processo per la morte di Peppino Impastato è stato riaperto. Gaetano Badalamenti (già detenuto negli Stati Uniti) è stato condannato come mandante dell'omicidio della giovane voce scomoda. I cento passi erano la distanza fra la casa della vittima e quella del mandante.
Si sa dove si nasce ma non come si muore e non se un'ideale ti porterà dolore..
RispondiElimina"Ma la tua vita adesso puoi cambiare solo se sei disposto a camminare, gridando forte senza aver paura
contando cento passi lungo la tua strada"..
Allora.. 1,2,3,4,5,10,100 passi!..1,2,3,4,5,10,100 passi!..1,2,3,4,5,10,100 passi!..1,2,3,4,5,10,100 passi!
Modena City Ramblers - I Cento Passi
http://www.youtube.com/watch?v=KUpcxdg2Iqs