giovedì 25 novembre 2010

eMulatori di Intellivision!

Il mercato dei videogiochi da casa nacque a metà anni Settanta, quando venne messo in commercio il famoso Pong, orripilante combo di giochetti in bianco e nero, in cui due o quattro stecche mosse con una specie di manopoletta dovevano colpire un puntino quadrato. Un robusto uso di fantasia infantile permetteva di identificare il tutto come tennis, calcio, squash, hockey, volley. Non c'era una firm vera e propria dietro a questi giochi, tutti molto uguali e uniformi. I rumori erano appena spartani, e i rimbalzi della pallina obbedivano sempre agli stessi pattern, tant'è che spesso potevi mettere le due racchettine in un certo punto dello schermo, andare a fare altro, e ritrovarle ancora a scambiarsi colpi, potenzialmente per l'eternità.

Il passaggio dalla preistoria alla storia avviene all'inizio degli anni Ottanta, quando la prima console da casa, Atari VCS 2600, ebbe un impatto sul mercato paragonabile al modello T della Ford nel settore automobilistico. I giochi erano disponibili su memorie a sola lettura, che chiamavamo cartucce. Per dodici, diciotto mesi il 2600 fu sostanziale monopolista ed ebbe modo di guadagnare una robusta posizione di dominio, fino all'arrivo del primo competitor serio, il leggendario Intellivision della Mattel.

All'epoca c'erano vere e proprie guerre di religione, ognuna delle due console aveva pregi e difetti come ogni cosa, ma i giornali di settore (va detto: carini, colorati e documentati) ovviamente avevano tutto l'interesse ad alzare la soglia dello scontro...

Verso il 1983 ebbi la mia console Intellivision, con un numero limitato di giochi. Dovevo guadagnarmeli con i voti a scuola, non erano propriamente economici visto che alcuni titoli arrivavano anche sopra le novantamila lire. La grafica era migliore rispetto a quella del 2600, veramente scarna. Il controller era un disco a 16 direzioni con annessa tastierina numerica, ogni gioco dava anche una sleeve carinissima da mettere sopra i tasti per i comandi personalizzati. In effetti il joystick era più semplice come manovrabilità, ma ho resistito col disco, sebbene fossero in vendita joystick (alcuni con un design veramente inquietante...) che potevano essere incastrati sul supporto.

Nel 1984 uscì il ColecoVision, da ricchi. Inarrivabile.

Lo stacco generazionale lo sto toccando con mano adesso. Ho un simulatore che gira su pc che può leggere tutte le ROM di tutti i giochi della console Intellivision mai usciti. Per me una specie di macchina del tempo telematica, riavere tutti i giochi che avevo da ragazzino, e in più tutti quelli che non mi potevo comperare!!!

C'erano dei giochi spettacolari: Truckin, per il quale fui anche ufficialmente primatista italiano per un po', tutte le simulazioni sportive, tutti i titoli Activision (il leggendario Pitfall, capolavori come Happy Trails, Beam Rider...) i titoli della Imagic (che belle le scatole argentate!!!) come Dracula, ritratto in foto mentre pallido come da copione e vestito col nero mantello insegue di notte le sue vittime, con l'obbligo di rientrare nella tomba prima che albeggi. Microsurgeon, dove una sondina all'interno del corpo umano deve guarire a suon di aspirine e ultrasuoni una gamma di malattie che vanno dalle infiammazioni delle tonsille ai tumori... Un po' strano come attribuzione dei punteggi, premiava molto il meccanismo tipo "L'intervento è riuscito ma il paziente è morto". Beauty And The Beast, grafica spettacolare, antesignano di Donkey Kong: scalare il grattacielo per liberare la bella dalle grinfie dello scimmione, condannato a fragorose cadute dall'ultimo piano.
Utopia, che ha anticipato i vari SimCity di una quindicina di anni... Bisognava governare un'isolotto in maniera seria, facendo piani periodici che venivano validati, confrontandosi con l'isola del vicino la cui erba era solitamente più verde e in quel caso si potevano fomentare tumulti a pagamento, a proprio rischio... Burger Time, Burning Rubber...

Un numero imponente di titoli. I cultori dell'Intellivision possono fare un salto qui, con annessa lacrimuccia...

Lo stacco generazionale, dicevo. Mostravo i vari titoli ai miei bimbi, abituati a giochi molto più veloci, molto più articolati, molto più colorati e musicali, magari scritti in flash e disponibili gratuitamente con un assortimento praticamente infinito...

All'inizio ho un po' penato a far passare il concetto che quella specie di patata informe fatta di pixel fosse veramente Mario, e che quella chiazza semovente verdastra fosse veramente Donkey Kong. Ma chissà perchè, se adesso il piccolino mi chiede "Papà, mi fai vedere un po' di giochi vecchiettini?" fatico un sacco a dire di no. E pazienza se i comandi sono un po' ostici...






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