lunedì 27 settembre 2010

The Blind Side

Ci sono storie così incredibili che non possono che essere vere. Una di queste ha ispirato un film stupendo, molto americano ma profondissimo, delicato, commovente. E che lascia qualche spunto di riflessione.


Fino ad un certo punto della sua vita, Michael Oher aveva tutto il diritto di ritenersi figlio di un dio minore. Padre spesso in carcere. Madre alcolizzata quando non peggio. Analfabeta. Tredici fratelli. Uno di loro cerca di farlo prendere in un buon liceo cattolico, Wingate, magari con la scusa del basket. Michael è un ragazzone silenzioso. Non pare integrarsi bene, l'ambiente è abbastanza elitario. "Big Mike" si procura da mangiare andando a raccogliere gli avanzi di popcorn dopo le partite di pallavolo. Saluta i bimbi, che non sono poi intimoriti da questo gigante dagli occhi tristi.

In una notte di pioggia, una famigliola bene della zona che rientra a casa al caldo del proprio SUV nota questo ragazzone che vaga da solo.
"Dove stai andando?"
"In palestra"
"Perchè?"
"C'è un po' di caldo".

Da quel momento in poi Michael viene accolto in quella casa, in quella famiglia. Viene vestito, nutrito con amore, trova altri due fratelli più piccoli e due genitori che lo seguono. Una madre che non è la sua che lo fa parlare, si preoccupa dei suoi studi. Calore materno. Gli racconta le favole, lusso che lui prima non ha mai avuto. La stessa favola che leggeva sempre ai suoi figli, quella del toro Ferdinando.

La scuola è difficile, selettiva. Michael fa progressi ma il gap rimane imbarazzante. Nei vari diagrammini in cui vengono vivisezionati i ragazzi Michael è carente in tutto, tranne che in "Protective Instinct". Questa sua dote, chiusa dentro un cuore che fino a poco prima non interessava a nessuno, stava per diventare la chiave di volta della sua vita.

Nel football "il lato cieco" è il punto critico più noto. E' il lato opposto alla posizione naturale di arretramento del quarterback. Se lancia con il destro, il lato cieco è il sinistro. Il quarterback non vede cosa succede da quella parte, o spesso lo vede troppo tardi. Il giocatore che protegge il lato cieco è la polizza sulla vita del quarterback. Dedica se stesso (pagato profumatamente, per carità) ad impedire che passi anche uno spillo da quella parte. Un suo errore può stroncare una carriera.

Michael Oher comincia a giocare come Left Tackle. La responsabilità del lato cieco. Esplode fisicamente e come talento, riuscendo a fare quello per cui si sente pronto. Proteggere ciò a cui tiene di più. "This team is your family. Protect your family, Mike".

E si applica a scuola, con i suoi limiti. Ma con dedizione, sacrificio, aiuto anche i suoi voti migliorano. E la famiglia che fino a quel momento praticamente lo ospitava e basta, diventa a tutti gli effetti la sua vera famiglia, anche a livello di tutela legale.

Il film merita, Sandra Bullock superlativa (premio Oscar come migliore attrice protagonista). In Italia non è passato per la distribuzione cinematografica. Mica è il panettone natalizio, non sia mai.

Che fine ha fatto Big Mike?
Protegge il lato cieco di Joe Flacco, quarterback dei Baltimore Ravens. Non male, Michael.

E come ha detto Leigh Ann Tuohy, quella persona fantastica che ha riscattato una vita, quando lo vede non può non pensare alla favola di Ferdinand the Bull.

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