lunedì 16 agosto 2010

Piccolo commercio balneare

Per la cronica assenza di notizie degne di letture e approfondimenti nel periodo estivo (eccezion fatta per i problemi monegaschi dei notabili, could care less), in questi giorni di mare mi sono divertito a vedere l'evoluzione della microeconomia da spiaggia, magari ricavando qualche conferma a un po' idee personali. Tutto molto semplice, chiaro.

Dato uno: la cosiddetta utilità marginale: una bottiglia d'acqua nel supermercato di città costa x, nel mezzo del deserto costa 5x e non c'è meccanismo di domanda e offerta che tenga. La cosa è stata recepita dal grattacheccaro ambulante, che gira più e più volte la spiaggia col suo carrettino. Il delta fra una granita al bar dello stabilimento (devi andarci tu) e quella dell'ambulante (te la porta lui, devi solo essere a portata di fischietto) è di un rispettabile 50%.

Altro personaggio che ha ben chiara la nozione è il cosiddetto cappellaio matto, che gira la spiaggia indossando una pila di cappelli in testa e reggendo una fila di attaccapanni per mano. Se hai smarrito o dimenticato il cappello, se il sole in quel momento sta incocciando oltre misura, se poi magari sono i bimbi ad accusare il problema, ci si riconduce al discorso della bottiglia d'acqua nel deserto. Ma è simpatico vedere quando arriva, indossando in testa una colonna di panama che ti fa pensare ad una pila di libri di Garcia Marquez...

Le boutique su ruote... Nel tempo sono diventate veri e propri outlet mobili. Carrettini sempre meno ini, costumi, scamiciate, pareo, sventolanti e colorati, che attirano immancabilmente le signore. Qui non è un discorso di utilità marginali, è semplicemente un articolo che può interessare, che è "estivo", cioè semplice e colorato di suo, a un rapporto qualità-prezzo solitamente passabile. Ma davvero, mi sa che alla fine della giornata il tizio ha due bicipiti molto provati...

Le cineserie... Occhialini, mollettoni, fermacapelli, orologini, occhiali scamuffi, gadget vari. Più un rumore di fondo che altro.

Se devo muovere un appunto al tessuto microimprenditoriale da spiaggia... hanno maldestramente sottovalutato il bacino di clientela più giovane e esigente: i bambini. Il venditore di aquiloni faceva una figura notevolissima, sfoggiando un filo con una trentina di articoli perfettamente in favore di vento, una sorta di bellissimo gonfalone mobile. Ma l'articolo sta diventando fuori moda di suo, forse. Quello che invece dovrebbe meditare sul salto di qualità è l'ambulante che vende vari gonfiabili: ciambelle, braccioli, materassini, poltroncine, papere ed altro. Tutti articolini anonimi, un po' sempliciotti. Se portasse ciambelle e braccioli griffati con le infinite possibilità offerte da cinema e media andrebbe via la sera con le tasche gonfie, vista la sempre maggiore difficoltà con cui neghiamo qualcosa ai bambini, specialmente nella congiuntura in cui un capriccio in più ti compromette una giornata che vorresti distesa e allegra.

Il premio I like it di questi giorni però lo attirava un ragazzo intorno alla trentina, sempre vestito di tutto punto, con un piccolo carrellino che sulla parte anteriore portava tre o quattro cassette di pannocchie di mais e un paio di cassette di carbone e sul retro aveva un rugginoso vecchissimo barbecue acceso, che lui utilizzava per arrostire le pannocchie fino alla giusta doratura. Mi piaceva questa cosa che strideva un po' con gli altri business, tutti basati su una scelta più o meno lunga, su un po' di contrattazione e basta. Qui ti fa scegliere il pezzo, si prende tutto il tempo opportuno per la cottura e nel mentre tenta di imbastire una conversazione in una lingua diversa dalla tua. Faceva simpatia, spero che gli affari lo stiano premiando :)

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