giovedì 19 maggio 2011

Sultans of Swing

I dischi dei Dire Straits ce li ho tutti. Vinile, CD, tutti. La loro musica stupenda ha accompagnato la mia adolescenza e tuttora, quando capita, me li ascolto molto volentieri. Ho anche un po' maltrattato la mia elettrica tentando di fare qualcosa che assomigliasse a quei capolavori, ma onestamente io sto a Mark Knopfler come uno scooterista con lo scatolone delle pizze dietro sta a Valentino Rossi, per capirsi.

Nel 1992 fecero un concerto spettacolare a Roma, anche se penalizzati da una location non proprio ottimale come acustica. Se vai a vederti i Dire Straits, i motivi sono lineari, sai che tipo di musica vai a sentire, sai che non vedrai maiali volarti sulla testa, luci ed effetti. Sai che sentirai un bel numero di canzoni, magari quelle fresche per il tour (ehi, On Every Street non era poi male!), ma sai che arriva prima o poi Private Investigations, suonata praticamente al buio. E poi, tempo di togliere l'acustica, di inforcare l'elettrica e di urlare "Thank yoooooo" e si parte!

Sultans of Swing credo sia il pezzo che li "definisce", nel senso nobile del termine. Sì, ok, Tunnel of Love, Romeo and Juliet, Ride Across the River ma anche Lady Writer...
SoS è la loro goccia di Chanel n.5. E' un brano che nel tempo è stato preso, ripreso, rimodellato, riletto, rivissuto. Fa parte del loro primo album (che in un afflato creativo si chiamava Dire Straits), e nella versione da studio era semplicemente un bel brano, con l'assolo finale di MK che andava quasi in fading (rendiamocene conto...)

Le versioni live di questo capolavoro sono quasi leggendarie. La tecnica tutta personale di MK, la compresenza di artisti che gli strumenti li sanno usare e bene... Il mix che ne esce, appunto, è quello. Non è che sono io nelle mie elucubrazioni personali a togliere o aggiungere qualcosa alle sensazioni che abbiamo quando la ascoltiamo. MK può anche non essere la miglior chitarra del pianeta, è tutto così soggettivo. Un buon numero di artisti possono anche avere una tecnica migliore, ma è anche un discorso di armonie, di melodie, di quello che lui può trasmettere e un Malmsteen magari no.

Tre release meritano ascolto (e partecipazione e applausi). 
Quella di Alchemy forse è la migliore dal punto di vista della sola lead guitar. E' una prima rivisitazione dell'originale con un bel ritocco del solo fra penultima e ultima strofa, e dove per la prima volta il solo finale diventa quella magia di note che ti piovono intorno e ti lasciano lì fermo, a chiederti se è possibile che stai sentendo (e in casi fortunati vedendo) quel miracolo lì. 

Ma due release del MK maturo meritano. 
Durante il Mandela Tribute a Wembley... Il primo assolo è stravolto, ti lascia quasi perplesso anche se appena lo riascolti lo ritrovi subito, ed è decisamente lui. L'assolo finale è scaldato prima dalla tastiera e poi da un giro di sax bellissimo, mentre MK e Clapton parlano divertiti delle loro cose sul palco. Quell'assolo è fantastico, ha una sua gradualità, diversa dal solito. Pare quasi un gioco, un gustarsi piano i vari giri prima del delirio finale, fantastico come sempre.

E un piccolo live negli studi BBC nel 1996. Qui solo una tastiera, prima dell'assolo finale. Piano, da fermarsi a pensare, nota su nota, una sensazione di dolcezza.

Mi piace notare che anche quando ho suggerito questa musica a qualcuno un po' distante generazionalmente, il messaggio è passato.

E il testo? Un raccontino di una banda underground, su!


1 commento:

  1. Sultans of Swing e' ai primissimi posti della mia personale classifica degli assoli, e concordo che la versione di Alchemy è forse la migliore in assoluto. Ore ed ore passate a cercare di rirpodurlo a orecchio, fino a quando sono comparse le magiche tablature (che peraltro non hanno risolto il problema di rifarlo uguale, ovviamente).

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