venerdì 27 maggio 2011

Er signor Brega

"Viè qua, a cornuto!"
Per motivi generazionali e per vicinanza geografica non posso non essere affezionato ai primi film dell'immenso Carlo Verdone.

Carlo, che incontravo ogni tanto (per caso, ovvio) in un bar a Via Giulia un po' di annetti fa, è un osservatore di tipi sensazionale. Coglie aspetti comici, tragici, patetici. Nel tempo i suoi film sono diventati una miniera di aneddoti, di citazioni da estrarre al momento giusto. E sono comunque buonissimi film.

Una delle cose dei film verdoniani che non posso non menzionare è la presenza sia di ottime "spalle" (Alberto Sordi può bastare, credo!) che di caratteristi talmente perfetti nei loro cameo da indurre a pensare che i portantini di Un sacco bello facessero quel lavoro anche fuori dal set. Meritata menzione per Luciano Bonanni: "Ce sta, ce sta. Ce sta er dottorino!". Generico di lungo corso. Me lo ricordo almeno in Un Americano a Roma e in Febbre da cavallo, dove ovviamente faceva il portantino ("T'ho portato cortisone e insulina, tutta robba svizzera costosissima")

Ma ovviamente in questo contesto il re è uno solo.

Il terrificante, onnipotente e debordante Mario Brega!

Brega (1923-1994) era un caratterista dalla lunghissima gavetta. Molti ruoli in film di Sergio Leone. Verdone, praticamente agli esordi, lo conobbe a casa del regista e gli propose subito la parte dell'irascibile padre dell'hippy in Un sacco bello. Da quel momento in poi il sodalizio fu praticamente indissolubile per tutta la prima fase della carriera di Verdone. Brega fu il leggendario "Agusto", suocero in Borotalco, fu "Er Principe", camionista infermiere di Bianco Rosso e Verdone, e altre particine minori.

Forte di una preponderanza fisica, specialmente vocale e addominale, il nostro non recitava, accentuava solo un po' il suo io. Romano un po' caciarone, spaccone, prepotente, sicuramente poco dialettico ma in fondo non (troppo) cattivo. Ma davvero, una miniera di citazioni.

I suoi  due cavalli di battaglia (secondo me):
- Lo sfogo leggendario del padre dell'Hippy in Un sacco bello: "Ma 'n padre pò avè 'n fio così??". Escalation terrificante che termina nell'imperituro "Io mica sò communista così", che Verdone stesso dice essere interamente uscito a braccio durante la recitazione
- La passeggiata con la figlia a Via Veneto in Borotalco: "J'ho rotto er setto nasale, j'ho frantumato le mucose e je dicevo arzate, ARZATE A CORNUTO, ARZATEEEE!!!"

Racconta poi Carlo Verdone che la scazzottata a Via Veneto è avvenuta davvero, con tale pugile-attore americano a nome Gordon Scott. Brega si risentì di una recitazione un po' sopra tono, e chiese spiegazione a modo suo

Pochi minuti di recitazione in ogni film, passati alla storia più del film stesso.
"Papà ch'è successo?"
"Gnente, due de passaggio. 'Nnamo a comprà le scarpe"

Un genio inconsapevole, credo.


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