venerdì 4 giugno 2010

De Idraulica Domestica (Sartre vs. "la soluzione A")



Adattando alle esperienze personali un vecchio spot di nota bibita con bollicine avente ricetta segreta, potrei affermare che le tre paure di un uomo sono l'agenzia delle entrate, l'idraulico e la retrocessione.

Al momento come esperienza traumatica manca solo l'ultima, ma c'è tempo. La prima non si nomina.

Per quanto riguarda l'idraulica, prima dello scontro fra la versione letteraria e quella real life magari qualche premessa aiuta.

Primo: ammettere l'esistenza di vincoli oggettivi. L'idraulico solitamente è impegnato a prescindere, anche il suo tempo costa, in nove casi su dieci non può fare un preventivo semplicemente "a occhio". Questo va riconosciuto e tenuto in conto.

Secondo: anche il profano può fare un minimo di prevenzione e di manutenzione di base. Periodicamente si possono pulire i rompigetti dei rubinetti, cambiare eventuali cartucce di anticalcare per lo scaldaacqua, utilizzare prodotti ausiliari che prevengano le calcificazioni, anche del semplice bicarbonato. Passare il disgorgante una volta l'anno. Con un po' di ardire si può anche accettare un minimo di rischio e lavorare con la sonda a molla, proprio se ci si sente confidenti e se si ha già idea di dove sia il problema. Ma anche con questo approccio virtuoso, non si scappa. Prima o poi il giorno arriva, nelle forme più mutevoli e insidiose. Insidiose anche e soprattutto economicamente (vedere punto primo: il tempo dell'idraulico costa).

Un esempio divertente di tubo ostruito in letteratura si trova ne Il sifone di Sartre, gradevole manualino che affronta i lavori domestici più comuni assumendo il punto di vista di vari scrittori. Nel capitolo dedicato allo stappo del sifone, narrato appunto alla Sartre, si ha un confronto amaro, esistenzialista, fra la discesa agli inferi del flessibile e il grumo di capelli di Anne, che ostruivano la conduttura. La lotta per trovarli, "capirli", agganciarli e rimuoverli dura un paio di paginette. L'esito finale ha un che di catartico, è la rimozione di un tappo interiore e questo processo porterà il protagonista a voltare finalmente pagina dopo la fine della sua storia malata con Anne. Via l'ingorgo idraulico, via quello esistenziale, si parte per un nuovo capitolo.

La realtà è appena differente, purtroppo.

Intanto per definizione il problema idraulico si manifesta alle soglie del weekend, meglio se festivo, quando scatta il tariffario delle urgenze. Quindi la prima opzione è quella di aspettare il primo business day utile (ma non è sempre possibile...) piuttosto che destinare cifre a tre zeri alla soluzione del problema. Si dà per implicito che qualsiasi tecnica da autodidatta si sia già mostrata inutile.

Il primo step è un consulto con chi ne sa strutturalmente un po' più di noi. Se disponibile, di solito il portiere dello stabile conosce problemi ricorrenti, dislocazione di punti critici, varie note utili. A volte è persona operosa che sa industriarsi anche in piccole riparazioni. Ma non va mai così bene.
Il portiere è comunque un utile default gateway verso un idraulico di zona, o comunque un idraulico che stia già facendo qualche lavoro nello stabile. Da questo momento in poi siamo usciti dall'ambito del freeware, per capirsi. Nessuna altra operazione avrà più impatto economico nullo.

Per localizzare e rimuovere l'infame grumo, arriva quindi un tecnico specializzato. Munito inizialmente di attrezzatura di base. Fa i suoi rilievi, le sue prove, inonda ripetutamente casa per individuare il punto esatto. Ma non è detto che ci riesca sempre e questo non per sminuirne la professionalità. Se le cose non sono a vista, non è sempre semplice capire dove sia il problema. Può starci. L'idraulico dopo un paio di ore di riflessioni e tentativi chiama il socio. Riprovano, riallagano, non possono non rompere un paio di mattonelle per approfondire. Ma può starci ancora che il problema non venga individuato. E lì, oltre al disagio economico/logistico, subentra anche un po' di sconforto, non lo nego.

Quando successe, lo scorso anno, i primi due idraulici dopo qualche ora convennero per l'inevitabilità della "Soluzione A": A è un terzo idraulico, di cui non è possibile avere i contatti perchè altrimenti i primi due non possono lucrare sull'intermediazione, che si presenta nel tardo pomeriggio atteso ormai come l'ultima alternativa allo sgancio dell'atomica nei tubi.
A indossa tenuta istituzionale, ma è munito di una attrezzatura di tutto rispetto. Centrale operativa portatile, che include una telecamerina immerdibile (ovvero: immergibile nella...). La telecamerina viene calata nello scarico ostruito per un paio di metri. Localizza il tappo che probabilmente ha una forma e una consistenza che lo rendono non agganciabile dalla sonda normale (vedi sopra, altrimenti lo facevi da solo). Ciò detto, A richiama la telecamerina e attacca una specie di maglio perforante di Goldrake sulla medesima centrale operativa. Lo riporta a livello. Spinge un pulsante. Finito. Il tappo viene (auspicabilmente) frantumato e comunque spinto via, con il semplice aiuto della forza di gravità (almeno quella è gratuita).

Ovviamente quello che mi lascia contrariato è che va remunerata non solo la "Soluzione A" che è effettivamente riuscita a risolvere, ma anche la catena di intermediari che ha lavorato tot ore senza arrivare alla soluzione e che ovviamente non rilascia mai il numero di telefono di A.

E ora siamo daccapo con un altro tubo ostruito, presumibilmente calcare e piccoli detriti, ma questo è a muro e richiederebbe una telecamera da microchirurgia :(

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