martedì 28 settembre 2010

Goldrake Physics


Goldrake è stato probabilmente il primo cartone giapponese sui robot guerrieri a passare sulla TV italiana. Da piccolo era una festa, ogni pomeriggio sul secondo programma, verso le sei e mezzo.

"Si trasforma in un razzo missile con circuiti di mille valvole...".

La tele in bianco e nero, stavo là col magone fino alla fine della puntata, cominciando da lì a maturare un concetto di distinzione fra il bene e il male, quand'anche limitato alla flotta di Vega.

Nel 1994, sotto esame di Reti Logiche, con A avevamo messo su una indefettibile tabella di marcia. Ore 20.30, su tv locale: puntata di Goldrake. Poi si facevano gli esercizi di esame, ma anche fino alle tre di notte.

La rivisitazione di Goldrake da parte di due venticinquenni fin troppo fiscali con la realtà che hanno intorno fece emergere un bel grumo di irrisolti esistenziali. Dissertazioni sullo spirito guerriero, problemi di fisica elementare, strategie di ottimizzazione bellico-industriale. Insomma, tutto quanto possa confluire nella definizione di cazzeggio.

Per ordine...nemmeno troppo...
  1. Actarus. Il buono della storia, un Chuck Norris dal profilo basso. Ad ogni puntata è costretto a tuffarsi nel condotto della biancheria sporca, inforcare una razzoslitta dal comportamento dubbio (vedere punto dedicato), mollare la medesima non prima del termine del leggendario jingle che ognuno di noi pensava fosse effettivamente l'inno giapponese. A quel punto, lui urla "Gooooldraaakeeee...." e si materializza una tutina rossa che farebbe di lui un degno sesto dei Village People. Entra esatto al millimetro sul sedile di guida. Goldrake sta là pronto scodinzolante, partono e spaccano tutto. Alcuni dubbi a margine. Posso capire che se il robot viene colpito da scariche elettriche ci sta che lui prenda la scossa e strilli. Ma se il robot prende un calcio sugli stinchi dal robot nemico, perchè Actarus si lamenta? Ha problemi col mutuo? Si ricorda l'ultimo passaggio dal carrozziere? Mah. Contento lui
  2. La razzoslitta sopra menzionata. E' un gioiellino, che porta Actarus dentro le viscere della base spaziale fino all'antro dove è parcheggiato Goldrake. Bene. Quando Actarus la molla, a senso comune deve lasciare la manetta del gas. Quando lo fa, 'sta cosa ha una tangente quasi orizzontale. In teoria non ha più spinta. Dove finisce? Ipotesi ardita: sul muro di fronte c'è una sorta di aspirapolvere ma potente una cifra che si acchiappa un coso che almeno pesa il suo quintale e lo stipa da qualche parte. Più realisticamente, sul muro di fronte c'è una parure completa di razzoslitte "appuntate" col naso, e ciclicamente vanno lì a riprenderle per ricominciare la serie. E vabbè.
  3. Le manovre di Goldrake. Lasciamo stare le uscite segrete, che ci deliziavano al punto tale da pensare che ce ne fosse una alla fermata della metro vicino casa. Ragioniamo sulla semplice uscita principale. Mette in moto, tira la cloche, scivola docilmente e parte a razzo. Bene. Il portellone si apre: è incernierato in alto, si apre di circa 90 gradi (quindi non è a scomparsa). Goldrake impenna di seconda per evitare il frontale col costone roccioso di fronte, e va alla ricerca del nemico. Riflettevamo sul fatto che nessuno ha mai visto Goldrake rientrare alla base e si può capire perchè. Da dove è uscito, non ce la farà mai. Un disegnino aiuterebbe, ma fidatevi. Resta la sensazione che questi ogni volta smontino una robusta parte della base per farlo rientrare, e la riassemblino poi tra una puntata e l'altra.
  4. Armi e tecniche di attacco. Con circa tre serie intere di imbattibilità, c'è unanimità sul fatto che 'sto robot ce le ha veramente quadrate. Perplessità varie: la dotazione di armi di bordo è a tariffazione? Nel senso... a che ti servono le lame rotanti quando hai il tuono spaziale proprio lì, il tastino a fianco? E poi... ma perchè deve dichiarare ad alta voce quello che usa? Io dico, magari strilla "maglio perforante"... L'avversario pensa "Vai, questa la paro", e tu gli cali i disintegratori paralleli o i boomerang. Vedi poi che faccia fa.
  5. Il nemico, pianificazione dello sforzo bellico. Qui le cose non mi tornano davvero. Questi hanno un'industria che fa paura, diciamolo. Ad ogni puntata mandano giù un mostro nuovo di fabbrica ancora in garanzia, che inevitabilmente prende gli schiaffi. Prendersi due settimane di pausa? Ne mandi giù una decina. Anzichè le solite sovraimpressioni nipposcritte per il singolo mostro (chissà... magari si chiamano "U Curtu" o "Peppino Scorrettezza"), ne metti una sola, inequivocabile... "E mo'?"
  6. Il nemico, gestione risorse umane (o quasi). Inevitabilmente ogni puntata non può prescindere dal solito meeting sull'astronave madre, che si conclude con il solito "Tu, tu, tu e tu sui minidischi!!!". Gli sfigati col cappuccio verde obbediscono e zitti. Ma mai uno che risponda con opportuno gesto dell'ombrello, magari dicendo "Dottò, ma il filmato della puntata scorsa l'ha visto? Trentacinque minidischi in due minuti, gli ultimi quattro morti in un tamponamento a catena con l'altro disco giallo. Forse non è cosa...."
Inevitabile trionfo del bene, se il male si fida di questi :)
Nostalgia!

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