giovedì 16 febbraio 2012

Le mani di Wes Welker

Wes Welker, The Drop, Indianapolis 2012
Come arcinoto, il football sa essere crudele.
E' uno sport in cui la vittoria si costruisce con forza, perseveranza, professionalità, cuore e cattiveria insieme. Chiedendo a noi stessi ogni volta di più, fino ad arrivare al limite; e poi fermarsi e provare ad andare oltre, perchè quel limite è già stato battuto da qualcuno. Ma ci sono anche gli episodi.
E c'è quello che in ogni disastro di un meccanismo perfetto viene ribattezzato come errore umano.
In molti casi questo è proprio l'evento più spietato, quello in cui il miliardo e passa di tifosi da poltrona che vedono il Superbowl ogni anno dicono "Noooo! Da lui non me lo aspettavo!"

Ora, come si può ricavare leggendosi qualche post in questo blog, non nutro particolari simpatie per i Patriots. Qualsiasi "vinco facile" mi dà noia, figuriamoci questi che me li trovo anche nella stessa division dei miei Dolphins. Nelle loro due ultime partecipazioni al gran ballo sono stati battuti per due volte partendo favoriti, per due volte dallo stesso avversario e con la stessa spietata modalità: hanno preso punti quando poi non c'era più tempo per replicare. E sinceramente non mi dispiace punto vedere Brady e soprattutto Belichick uscire dal campo guardando a terra col sorriso triste. Questioni di intendere il football. Poi vincono e hanno ragione loro. Ma si chiama Rivalry. Per un tifoso dei Fins vedere i Patriots perdere un Superbowl è appena un gradino sotto ad una nostra ipotetica (molto ipotetica, attualmente) vittoria. Facciamo pace col fatto che, con un bel po' di civiltà sportiva in più, Curva Sud e Curva Nord esistono anche negli States.

L'ultimo Superbowl s'è svolto su una sequenza di episodi, ovvio. Il miracolo di Manning e Manningham è quello che negli anni prossimi verrà definito iconic per questa partita. Ma dalla parte degli sconfitti l'episodio che ricorderanno con un robusto contorno di maledizioni in slang bostoniano è la mancata ricezione di Wes Welker circa tre minuti prima. Su un secondo e undici Brady ha tempo per lanciare, trova Welker incredibilmente aperto nella terra di nessuno, in quel momento in cui il corner lo ha mollato e il safety ancora non lo ha coperto. E va detto che Brady quei lanci non li sbaglia. E che Welker non li perde. Ad essere fiscali, Brady non era proprio esattamente sul target. Di solito lui mette quei palloni in modo più pulito, tale da non interrompere la corsa del ricevitore. Da un guadagno di dodici yards ne tirano fuori una ventina. Sono forti e gliene va dato atto. Stavolta Brady ha lanciato forse un po' troppo alto, forse un po' troppo sulla spalla interna. Ma in tutta onestà, la saggezza degli antichi dice che if you put two hands on it, you have to keep it

Welker non ce l'ha fatta.

Ha fatto tutto bene. Si è mosso divinamente nella copertura dei difensori, si è fatto trovare libero, si è avvitato in aria per prendere quella palla. Ci ha messo sopra due mani. Ma non è bastato. Le facce e il "Nooooo" dei suoi compagni della difesa seduti a bordo campo dicono tutto. Quella ricezione avrebbe chiuso la partita. Avrebbe permesso a Brady di continuare a muovere palla e tempo, di arrivare a mettere punti senza dare a Manning il tempo per provarci. Ma Welker non l'ha tenuta. Manning è entrato poi sereno, consapevole di essere un fuoriclasse vero lui, figlio di fuoriclasse e fratello di fuoriclasse. Di essere un predestinato. E ha fatto quello che ha fatto.

La disperazione di Welker era quasi palpabile. Dopo la partita gli è caduto addosso di tutto, dai commenti acidini della signora Brady alla goliardata stupida delle pasticcerie bostoniane che gli hanno dedicato il dolce "Mani di burro". Vale sempre il detto che col sedere altrui è tutto più facile, mi pare ovvio.

L'onore delle armi a Welker va dato tutto. Sia per la sua immediata autocritica, che per tutto quello che fa questo ragazzo in campo. Blocca, corre, riceve, riporta i calci quando serve. In cinque anni ai Pats è sceso sotto le cento ricezioni annue solo nel 2010, per infortunio. E quest'anno è arrivato nel ristrettissimo gruppetto di quelli che possono vantare il 99-yarder, la ricezione per tutto il campo (contro di noi, ovviamente...). Un go-to guy per definizione, uno sempre affidabile. Stavolta è successo a lui, proprio all'ultima persona da cui ci aspettava un errore simile (va detto che sono arrivati al SuperBowl con un gruppo di ricevitori popolato da tight end disastrati come Gronkowski e da fenomeni da baraccone in disarmo come Ochocinco).

Vedere su di lui il peso della sconfitta mi ha dato un po' fastidio. Almeno Brady ha detto "Non potrò mai criticarlo per un pallone non preso". Meglio così.

Better luck next time. Forse ;)

2 commenti:

  1. Toh, non hai mai citato il fatto che Welker glielo abbiamo dato noi...
    Stai diventando veccho, eh? ;)

    M

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    1. Per una seconda spesa con Satele e una cucciolata di yorkshire, credo... Ma perchè rivangare :)

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