giovedì 1 luglio 2010

Con la A maiuscola





Ieri l'altro ho passato una giornata da incorniciare con L. Di solito fatico ad usare l'espressione il mio migliore amico, perchè a volte in un periodo ho qualche amico più migliore del solito, perchè di norma non è facilissimo frequentarsi e per tanti altri motivi. Quindi nel tempo mi sono adattato ad avere un bel numero di amici che hanno la mia fiducia incondizionata su tutto, amici veri che avrò sempre cari. So che posso fidarmi di loro e loro di me.

Ma L è qualcosa di altro. E' la persona che, trovandomi nell'obbligo di spendere la locuzione "il mio migliore amico", riemerge senza dubbi anche da anni di silenzio e di lontananza. E' più di un fratello, e quando conosci una persona da quando hai undici anni si può capire.

Tre anni alle medie insieme, senza mai essere nemmeno compagni di classe, ma solo a far casino nelle partitelle a pallone dell'ora di ginnastica.

E poi il football.

Non è solo uno sport di squadra duro, a volte punitivo, ma coinvolgente. E' un modo di capire cosa vuol dire fidarsi degli altri e cosa fare per costruire la propria affidabilità. Sacrificarsi, impegnarsi, migliorare, faticare, lottare e ricominciare. Qualcosa che si avvicina ad un'etica.
Abbiamo giocato per anni insieme, nello stesso ruolo e non fatico ad ammettere che lui era meglio di me.

Nonostante scuole diverse, ci frequentavamo tantissimo e ho il privilegio di essere sempre stato accolto come una persona di casa anche dai suoi familiari. Lui è andato a vivere in Danimarca da molti anni, un paio di volte sono andato a trovarlo, ogni tanto veniva a Roma lui. Sempre con la sensazione di essersi sentiti la sera prima per telefono per pianificare la zingarata, con una sintonia nel modo di vedere le cose inalterata.

Poi, maledizione, ti perdi per un po' di tempo, perchè uno vive esclusivamente di Internet e l'altro no. E qualche tempo fa, benedetto Facebook, mi trovo una richiesta. E abbiamo ricominciato a sentirci in maniera plausibile, anche se comprensibilmente abbiamo molti arretrati.

La giornata insieme è stata bellissima, benedetta dal sole estivo, passata a giocare in spiaggia e in acqua, a ridere, a scherzare e a parlare di cose più serie. E a lanciare, ovviamente! E con la bellissima notizia che a breve sarà molto spesso a Roma. Vedere i nostri bambini giocare come se si conoscessero da sempre è un bel modo di spendere lo slogan "non ha prezzo".

Ci voleva, cavolo se ci voleva.

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